Un’avventura di pesca a mosca in un torrente magico.
Matteo Lavezzini porta avanti con coraggio un suo marchio nel mondo del fly fishing, Lavezzinily, che si sta facendo conoscere per l’alta qualità dei prodotti e per un’immagine pulita che aiuta a capire come la ricerca della bellezza e della felicità siano alla base della pesca a mosca. Ogni anno facciamo un video celebrativo di questo suo amore per acqua e pesce e nel 2019 ci siano detti che fosse ora di far vedere dei temoli del fiume Chiese, nella riserva gestita dall’Associazione Pescatori Dilettanti Alto Chiese, dove opera il nostro amico Christian Turrini.
Giugno è un bel mese per essere a pesca, ma ancora di più per essere a pesca di temoli in montagna. Abbiamo deciso di concentrare le riprese sul tratto basso della riserva, dove è più agevole spostarsi e si può lanciare con più tranquillità. Qui il Chiese passa da essere un torrente tumultuoso di montagna a essere un fiume di fondovalle, senza più alte cascate e orridi, ma con qualche briglia e delle belle lame aperte.
La pesca in fiume si svolge sempre a risalire, lanciando oltre la testa del pesce e facendo scendere con la correte l’esca, di modo che sembri un insetto trasportato dalla corrente. Matteo è un maestro nella creazione di imitazioni di insetti, quindi partiamo con un buon vantaggio. Sarà un video con una voce narrante che accompagnerà lo spettatore per tutto il tempo: la cosa richiede qualche ora di lavoro in più, ma abbiamo deciso di provare.

Iniziamo le riprese nel suo negozio, inquadrandolo alla sua postazione di lavoro, intento a costruire un’imitazione.

In pochi passaggi si passa dall’amo nudo all’imitazione completa

e ne approfittiamo per presentare l’idea alla base del video: un ritorno al fiume in cui la sua passione per il fly fishing ha avuto inizio.

L’imitazione è pronta e va a completare la scatola. Il tempo della preparazione è finito e si può andare a pesca.
Decidiamo di tralasciare la parte del viaggio e di dedicare più tempo possibile alle attività lungo il fiume, perciò come si appoggia il gilet da pesca sul sedile, è subito tempo di riprenderelo in mano a per indossarlo.

Purtoppo per la conformazione del territorio il drone non è ideale, quindi verrà usato il minimo necessario per aiutare a inquadrare l’azione di pesca. Iniziamo con l’attraversamento del ponte sospeso, perché è troppo bello per non metterlo, ma soprattutto perché sarà l’ultima volta in cui potrò camminare all’indietro senza rischiare di affogare per tutta la giornata.

Io adoro la ballerina grigia, quindi ogni volta che ne vedo una lungo il fiume trovo il modo per infilarla nel video. Ringrazio il tele che permette di inquadrarle a distanza importante senza spaventarle e le uso sempre come transizioni per staccare tra una sequenza e l’altra.

Le riprese di pesca iniziano con la mia inquadratura preferita, dall’acqua verso il pescatore con la lenza in primo piano. Qui chiaramente si richiede all’operatore di non aver paura di bagnarsi e di avere un minimo di inventiva per tenere all’asciutto la telecamera.

Tutta l’azione di pesca è ripresa sempre da dietro o dal lato, per avere la cattura in diretta, quindi quelle rare occasioni in cui ci si trova di fronte vanno sfruttate al massimo. Bisogna sempre ricordarsi di variare il più possibile le inquadrature, perciò ci si deve spostare spesso e cambiare lunghezza focale per dare più dinamismo e avere più possibilità di scelta in fase di montaggio.




In questo caso ho sfruttato un ponte e un’ottica lunga per riuscire ad avere quella varietà che mi piace tanto.
Poi c’è da prendere il pesce e quindi si aspetta a distanza rispettosa che il pescatore faccia il suo lavoro.

Una volta preso , c’è il rilascio da filmare che è sempre un bel momento e mi ricorda perché faccio questo lavoro.
La giornata con Matteo è stata lunga e fortunatamente assistita dal mio buon amico Alberto Guglielmini che si sta facendo le ossa con le riprese e ha reso possibile il montaggio con le doppie inquadrature sulla cattura principale. Fortunatamente il tempo c’ha aiutati e siamo riusciti a concludere con due belle catture, di cui l’ultima particolarmente esaltate: uno dei momenti più belli è stato proprio l’urlo liberatorio di Matteo che a fine giornata è riuscito a prendere il pesce obiettivo!

Ci vediamo l’anno prossimo chissà dove.